Tra varie ipotesi di origine ed usi nella storia, fino alla cultura di massa moderna è un vocabolo della magia antica che nonostante le numerose proposte etimologiche, in verità, risulta ancora oggi misterioso.
Origine del termine Abracadabra
Svariate sono le interpretazioni etimologiche ipotizzate sino ad oggi, ma nessuna di queste è stata accertata da prove storiche.
La sua origine è sicuramente molto antica (almeno a partire dal 200 d.C.), per cui diverse sono state le ipotesi in base alle lingue arcaiche: dall’aramaico Avrah KaDabra, (Io creerò come parlo) o abhadda kedhabhra (Sparisci come questa parola), all’ebraico ha-bĕrakāh dabĕrāh (Pronunciare la benedizione), Abreq ad habra (Invia la tua folgore fino alla morte) o dall’unione di ab (padre), ben (figlio), e ruach hacadosch (spirito santo), fino all’arabo Abra Kadabra (Fa' che le cose siano distrutte).
Abraxas, altro termine di etimologia molto incerta, ritrovato spesso su gemme ed ornamenti usati come talismani magici di origine gnostico-mitraica, rappresenta la mediazione tra l’uomo e il dio Sole. Nella tradizione persiana invece simboleggiava l’unione tra bene (Ahura Mazdā) e male (Angra Mainyu).
Rappresentazione del triangolo Abracadabra rovesciato
Si ipotizza che la parola Abracadabra venisse impiegata da popoli di lingua aramaica o araba, utilizzandola come incantesimo per la cura di malattie e per allontanare i demoni.
La prima vera documentazione storica risale al Liber medicinalis di Quintus Serenus Sammonicus (200 d.C.), opera in cui il medico consiglia al paziente malato l'utilizzo di un talismano a forma di triangolo capovolto contenente la parola Abracadabra; facendo ciò il paziente si sarebbe liberato dal potere dello spirito della malattia. Diversi furono gli imperatori romani che si affidarono agli insegnamenti di Serenus Sammonicus ed il termine rimase molto utilizzato durante tutto il Medioevo.
Via via durante i vari periodi storici se ne andò perdendo l'utilizzo originario; nel 600 ad esempio a Londra, durante la grande peste, il triangolo veniva appeso sulle porte delle abitazioni come protezione dalla malattia; Durante la prima metà del 900 in Lucania i contadini lo utilizzavano rivolto verso l'alto appeso al collo o come foglietto portafortuna.
Oggi è banalmente utilizzato da illusionisti e prestigiatori come parola scandita durante l'effetto finale.
Nel mondo magico di Harry Potter, creato dalla famosa scrittrice J. K. Rowling, il termine deriverebbe da Avada Kedavra, un incantesimo magico che uccide.
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